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Note sull’Istruzione Universae Ecclesiae |
Anche da queste brevi note critiche si evince quanto sia erronea la credenza che Benedetto XVI sia un tradizionalista [!!!], rimane invece un riformista, ma in senso protestante: per noi rimane un Papa, ma un Papa che non vogliamo e non possiamo seguire nei suoi errori, un Papa che ci permettiamo di criticare per amore della Verità e in nome della carità che si deve ad ogni errante, nella speranza che si corregga. La cattiveria espressa nell'art. 19 è fin troppo evidente, soprattutto se si pensa che è rivolta a chi preferisce e predilige il Rito usato da Santa Romana Chiesa per circa duemila anni, un Rito che ha santificato tanti cristiani, che ci ha dato grandissimi Santi, veri Santi. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
Il 13 Maggio A.D. 2011, memoria dell’Apparizione della Madonna a Fatima, è stata pubblicata dalla pontificia Commissio Ecclesia Dei, l’Istruzione Universae Ecclesiae, per la corretta applicazione del motu proprio Summorum Pontificum cura. |
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i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria e/o al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale. |
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Per maggiore chiarezza schematizziamo: quindi i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria |
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1°) non devono in alcun modo sostenere gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria |
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Su questo punto vorremmo fare qualche riflessione. |
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Ora, i cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 (ivi compresi i diversi Cardinali quali, ad esempio, Ottaviani, Bacci, Siri, gli arcivescovi mons. Marcel Lefebvre, mons. De Castro Mayer, tutti quelli della vecchia Curia Romana e del Coetus Internationalis Patrum e molti altri), sono stati o sono rimasti tra i pochi veri sostenitori del Romano Pontefice quale supremo Pastore della Chiesa Cattolica contro la collegialità sostenuta, invece, da modernisti eretici che, nella chiesa conciliare, detengono la maggioranza. |
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Finanche i sedevacantisti non contestano il Romano Pontefice quale Pastore supremo della Chiesa. |
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La condizione posta dall’Istruzione, è un ulteriore segno che la “medicina della misericordia” oggi si applica a tutti tranne a chi si è accorto che un nuovo ordine regna in Vaticano dal 1960 e pertanto, necessariamente è costretto a contestare il nuovo corso per rimanere cattolico. |
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I cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 sanno invece che essa è stata realizzata da un massone piduista, mons. Annibale Bugnini, spalleggiato e supportato da poteri forti e occulti, che già allora avevano molti infiltrati in Vaticano. Sanno che è stata fatta con la consulenza di sei pastori luterani e secondo uno spirito di irenismo con l’intento di distruggere il significato di Sacrificio della Santa Messa cattolica, dogmaticamente sancito dal Concilio di Trento, e instaurare al suo posto un memoriale storico-sentimentale della Coena Domini, secondo le intenzioni di Martin Lutero eretico, scomunicato, omicida e suicida. |
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L’articolo 19 scavalca, inoltre, la Dottrina di sempre, bene espressa dal Catechismo di San Pio X il quale stabilisce che per fare un sacramento si richiede che il ministro abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa cattolica. Ora, mentre il rito latino-gregoriano o “tridentino” esprime in modo non ambiguo l’intenzione e il significato di ciò che si fa, vincolando il sacerdote a celebrare, in persona Christi, il medesimo Sacrificio della Croce in modo invisibile ma reale, nel Novus Ordo corredato dalla sua Instructio Generalis, la messa sarebbe una sacra assemblea ove, non il prete, ma la stessa assemblea “celebra”, sotto la “presidenza” del prete. E che cosa celebra? Una cena. Una cena nella quale è abolita l’idea di sacrificio espiatorio. L’odierna prassi liturgica di queste “cene” infine, con le sue trascuratezze sacrileghe (mai sanzionate) verso le sacre specie eucaristiche, ribadisce nelle menti il concetto protestante: abolire la fede nella Presenza Reale nel Santissimo Sacramento del Corpo Sangue Anima e Divinità di Nostro Signore. |
Inoltre, la condizione posta dall’Istruzione non lascia al fedele cattolico il beneficio del dubbio di fronte ad un nuovo rito che possa ritenere pericoloso per la fede e non gli lascia la possibilità di rimanere aggrappato alla Tradizione, di pregare come si è sempre pregato e di credere ciò che si è sempre creduto, diritto, questo, sempre riconosciuto dai Sommi Pontefici a partire da san Gregorio Magno. Al contrario semmai, per il maggior bene delle anime, la celebrazione con il rito di sempre si dovrebbe concedere a maggior ragione a coloro che hanno dubbi sul rito nuovo, tanto da credere di doversi astenere di parteciparvi, altrimenti la conseguenza sarebbe la privazione dei Sacramenti con grave frode di un diritto fondamentale dei fedeli e della suprema lex salus animarum che è il fondamento di tutto il Diritto Canonico. |
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L’articolo 19 non pone, invece, nessun vincolo di non appartenere a gruppi, tra cui molti sacerdoti e vescovi moderni, |
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In conclusione l’Istruzione contiene ben nascosta una malizia di fondo, uno stiletto nascosto per pugnalare la Chiesa al cuore: proporre una falsa restaurazione, un falso conservatorismo, nel tentativo di sviare gli ingenui per allontanarli dal sostenere quei pochi Vescovi, Sacerdoti e Religiosi ostracizzati, rimasti fedeli, in questi cinquantanni di rumorosa apostasia, alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana di sempre. A quanto pare, il potere dell’anticristo avanza e il Grande Castigo annunciato a Fatima sarà
inevitabile, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Pasquale Alba, |
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