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Note sull’Istruzione Universae Ecclesiae
all'art. 19...
di  Pasquale Alba

        Anche da queste brevi note critiche si evince quanto sia erronea la credenza che Benedetto XVI sia un tradizionalista [!!!], rimane invece un riformista, ma in senso protestante: per noi rimane un Papa, ma un Papa che non vogliamo e non possiamo seguire nei suoi errori, un Papa che ci permettiamo di criticare per amore della Verità e in nome della carità che si deve ad ogni errante, nella speranza che si corregga. La cattiveria espressa nell'art. 19 è fin troppo evidente, soprattutto se si pensa che è rivolta a chi preferisce e predilige il Rito usato da Santa Romana Chiesa per circa duemila anni, un Rito che ha santificato tanti cristiani, che ci ha dato grandissimi Santi, veri Santi.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

        Il 13 Maggio A.D. 2011, memoria dell’Apparizione della Madonna a Fatima, è stata pubblicata dalla pontificia Commissio Ecclesia Dei, l’Istruzione Universae Ecclesiae, per la corretta applicazione del motu proprio Summorum Pontificum cura.
L’Istruzione all’articolo 19 stabilisce che:

 

 

       i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria e/o al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale.

 

 

       Per maggiore chiarezza schematizziamo: quindi i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria

 

 

       1°) non devono in alcun modo sostenere gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria
       2°) non devono in alcun modo appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria
       3) non devono in alcun modo sostenere gruppi che si manifestano contrari al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale.
       4) non devono in alcun modo appartenere a gruppi che si manifestano contrari al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale.

 

 

       Su questo punto vorremmo fare qualche riflessione.
       Essa innanzitutto mette insieme due concetti tra loro molto diversi lasciando che nella mente di chi legge essi si leghino l’uno all’altro:
       a) la validità e legittimità dei sacramenti con il Novus Ordo da una parte e
       b) la legittimità del Papa quale Pastore supremo della Chiesa universale.

 

 

       Ora, i cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 (ivi compresi i diversi Cardinali quali, ad esempio, Ottaviani, Bacci, Siri, gli arcivescovi mons. Marcel Lefebvre, mons. De Castro Mayer, tutti quelli della vecchia Curia Romana e del Coetus Internationalis Patrum e molti altri), sono stati o sono rimasti tra i pochi veri sostenitori del Romano Pontefice quale supremo Pastore della Chiesa Cattolica contro la collegialità sostenuta, invece, da modernisti eretici che, nella chiesa conciliare, detengono la maggioranza.

 

 

       Finanche i sedevacantisti non contestano il Romano Pontefice quale Pastore supremo della Chiesa.
       Anzi, semmai forse troppo affrettatamente, concludono che la sede pontificia sia vacante, sulla base degli atti dei Pontefici “conciliari”,
       quali il falso ecumenismo, come quello eclatante e scandaloso di Assisi, esplicitamente contro il primo Comandamento,
       le visite alle sinagoghe
senza un cenno alla necessità della conversione a Cristo e
       l’affermazione che l’Antica Alleanza non sia stata mai revocata
(il che è contro la Passione di Nostro Signore e il suo Sangue preziosissimo versato e necessario per la salvezza),
       le eresie esplicite e pubbliche come il moderno origenismo (secondo cui Nostro Signore, incarnandosi, avrebbe già redento ogni uomo, indipendentemente dalla sua volontà e della sua adesione o rifiuto di Cristo),
       la rinuncia della Chiesa all’azione magisteriale di insegnamento della verità e condanna dell’errore (grazie alla sua “medicina della misericordia”, allo stile "pastorale") etc.

 

 

       La condizione posta dall’Istruzione, è un ulteriore segno che la “medicina della misericordia” oggi si applica a tutti tranne a chi si è accorto che un nuovo ordine regna in Vaticano dal 1960 e pertanto, necessariamente è costretto a contestare il nuovo corso per rimanere cattolico.

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       I cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 sanno invece che essa è stata realizzata da un massone piduista, mons. Annibale Bugnini, spalleggiato e supportato da poteri forti e occulti, che già allora avevano molti infiltrati in Vaticano. Sanno che è stata fatta con la consulenza di sei pastori luterani e secondo uno spirito di irenismo con l’intento di distruggere il significato di Sacrificio della Santa Messa cattolica, dogmaticamente sancito dal Concilio di Trento, e instaurare al suo posto un memoriale storico-sentimentale della Coena Domini, secondo le intenzioni di Martin Lutero eretico, scomunicato, omicida e suicida.

 

 

      L’articolo 19 scavalca, inoltre, la Dottrina di sempre, bene espressa dal Catechismo di San Pio X il quale stabilisce che per fare un sacramento si richiede che il ministro abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa cattolica. Ora, mentre il rito latino-gregoriano o “tridentino” esprime in modo non ambiguo l’intenzione e il significato di ciò che si fa, vincolando il sacerdote a celebrare, in persona Christi, il medesimo Sacrificio della Croce in modo invisibile ma reale, nel Novus Ordo corredato dalla sua Instructio Generalis, la messa sarebbe una sacra assemblea ove, non il prete, ma la stessa assemblea “celebra”, sotto la “presidenza” del prete. E che cosa celebra? Una cena. Una cena nella quale è abolita l’idea di sacrificio espiatorio. L’odierna prassi liturgica di queste “cene” infine, con le sue trascuratezze sacrileghe (mai sanzionate) verso le sacre specie eucaristiche, ribadisce nelle menti il concetto protestante: abolire la fede nella Presenza Reale nel Santissimo Sacramento del Corpo Sangue Anima e Divinità di Nostro Signore.
       Se è vero che lex orandi lex credendi, l’evidenza c'impone di credere che ormai nei preti conciliari manca del tutto la Fede.

 

       Inoltre, la condizione posta dall’Istruzione non lascia al fedele cattolico il beneficio del dubbio di fronte ad un nuovo rito che possa ritenere pericoloso per la fede e non gli lascia la possibilità di rimanere aggrappato alla Tradizione, di pregare come si è sempre pregato e di credere ciò che si è sempre creduto, diritto, questo, sempre riconosciuto dai Sommi Pontefici a partire da san Gregorio Magno. Al contrario semmai, per il maggior bene delle anime, la celebrazione con il rito di sempre si dovrebbe concedere a maggior ragione a coloro che hanno dubbi sul rito nuovo, tanto da credere di doversi astenere di parteciparvi, altrimenti la conseguenza sarebbe la privazione dei Sacramenti con grave frode di un diritto fondamentale dei fedeli e della suprema lex salus animarum che è il fondamento di tutto il Diritto Canonico.
       È ovvio, per di più, che chi è costretto ad astenersi dal partecipare ad un rito anche solo dubbio, rivela di prendere molto sul serio le cose di Dio, come dovrebbero tutti.
       Pertanto siamo davanti ad una situazione paradossale: dal Vescovo di Verona viene concessa la chiesa di san Pietro Martire ai protestanti, vengono ammessi alla Comunione sacramentale gli “ortodossi” e perfino i protestanti, ma viene negata la vera Santa Messa di sempre ai Cattolici perplessi sul Novus Ordo.

 

 

       L’articolo 19 non pone, invece, nessun vincolo di non appartenere a gruppi, tra cui molti sacerdoti e vescovi moderni,
       che dichiarano l’inesistenza dell’inferno,
       che mettono in discussione i dogmi di fede o ne vogliono l’evoluzione,
       che simpatizzano con la Massoneria,
       che resistono pubblicamente al Papa in materia erronea,
       che sostengono la liceità di divorzio, aborto, contraccettivi, , matrimonio ecclesiastico, donne prete,
       che sostengono la laicità dello Stato, la sua separazione dalla Chiesa, l’insegnamento di false religioni nelle scuole, favoriscono la diffusione delle sette, degli omosessuali nei seminari,
       che coprono e trasferiscono qua e là pedofili anziché denunciarli e ridurli allo stato laicale, etc.
       Con loro il Vaticano moderno apre, dialoga, accoglie, ma sottopone al sinedrio i fedeli alla Tradizione. Ogni cattolico dovrebbe drizzare le antenne: c’è qualcosa che non va.
       Chi scrive vuole adesso rispondere in anticipo all’obiezione che verrà sollevata dai farisei: «Ecco la mentalità che si forma seguendo i gruppi in odore di scisma».
       - No, miei cari signori, questa è la mentalità che obtorto collo qualunque persona coerente si forma dopo aver avuto a che fare con le Curie moderne.
       L’inganno della pseudorestaurazione è forte, ma ben celato; l’Autorità fa leva sull’obbedienza, ma si tratta di un’obbedienza indiscriminata che va contro la Fede.
        Per una vera restaurazione non basta che ci sia la Messa, se questa viene celebrata da preti indottrinati dal neomodernismo imperante che nega i Diritti Divini di Cristo nell’ordine sociale, se non si risolvono quei problemi dottrinali esiziali che pongono il Cristianesimo entro l’ampio alveo del relativismo e professano che attraverso tutte le religioni i popoli possano piacere a Dio.

 

 

        In conclusione l’Istruzione contiene ben nascosta una malizia di fondo, uno stiletto nascosto per pugnalare la Chiesa al cuore: proporre una falsa restaurazione, un falso conservatorismo, nel tentativo di sviare gli ingenui per allontanarli dal sostenere quei pochi Vescovi, Sacerdoti e Religiosi ostracizzati, rimasti fedeli, in questi cinquantanni di rumorosa apostasia, alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana di sempre.

A quanto pare, il potere dell’anticristo avanza e il Grande Castigo annunciato a Fatima sarà inevitabile, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà.
       
Portae inferi non praevalebunt.

Pasquale Alba,
un fedele della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana

 

 

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